Denti sporgenti
Una delle malocclusioni più diffuse è sicuramente la II classe, che si manifesta frequentemente con la presenza di incisivi superiori sporgenti. Ciò predispone più facilmente al rischio di traumi e può talvolta avere un impatto negativo sull’autostima del bambino e sul rapporto con i compagni di classe.
Per la correzione della II classe possono essere utilizzati diversi approcci ortodontici ma comunque, a prescindere dall’apparecchio selezionato, la possibilità di intervento in una fase in cui il bimbo è ancora in crescita (11-13 anni di età) rappresenta sicuramente la principale chiave di successo nel trattamento di questa malocclusione.
Nei casi più severi, può talvolta rendersi necessaria l’estrazione di due premolari all’arcata superiore (come nell’ esempio riportato), il che fornisce lo spazio necessario per poter arretrare canini e incisivi. Questo non pregiudica in alcun modo la funzionalità masticatoria e soprattutto l’estetica finale del sorriso, che appare ampio e molto gradevole alla fine del trattamento.
Palato stretto
Il palato stretto è una condizione estremamente frequente e, indubbiamente, uno dei motivi principali per cui i genitori richiedono il primo consulto ortodontico per il loro bambino.
Può essere causa di affollamento dentale e asimmetria mandibolare e si accompagna spesso alla presenza di morso crociato posteriore, che può essere monolaterale (da un lato solo) o bilaterale (più grave).
Può essere correlato alla presenza di respirazione orale, ovvero a una condizione tale per cui si tende a respirare con la bocca piuttosto che con il naso, contribuendo ad un iposviluppo del terzo medio della faccia, al russamento o addirittura al rischio di apnee notturne.
La terapia con espansore rapido del palato aumenta le dimensioni della volta palatina, influenzando positivamente la corretta eruzione dei denti e determinando effetti benefici positivi sulla respirazione nasale poiché aumenta il flusso delle vie aeree del tratto naso-faringeo.
Intercettare precocemente (dall’età di 6-7 anni) questa malocclusione è fondamentale per una sua efficace risoluzione, in un momento in cui le ossa del palato sono ancora immature e la sutura mediana non è ancora ossificata. A questa età, infatti, la sutura palatina è formata da fibrocartilagine e l’azione ortopedica dell’espansore è in grado di allargarla e aumentare le dimensioni trasversali della volta palatina.
Quando il paziente raggiunge l’adolescenza (12-15 anni) questa sutura inizia ad ossificare fino alla completa ossificazione che avviene in età adulta.
Il caso in esempio presentava un palato di dimensioni estremamente ridotte e un morso crociato bilaterale. La paziente è stata trattata con due cicli di terapia mediante espansore rapido del palato incollato sui denti da latte all’età di 6 anni, per una durata complessiva di 18 mesi. Successivamente, una volta erotti tutti i denti permanenti (intorno ai 12 anni), il caso è stato finalizzato mediante terapia fissa multibrackets su entrambe le arcate, per una durata di circa 20 mesi di trattamento.
Palato stretto
Il palato stretto è una condizione estremamente frequente e, indubbiamente, uno dei motivi principali per cui i genitori richiedono il primo consulto ortodontico per il loro bambino.
Può essere causa di affollamento dentale e asimmetria mandibolare e si accompagna spesso alla presenza di morso crociato posteriore, che può essere monolaterale (da un lato solo) o bilaterale (più grave).
Può essere correlato alla presenza di respirazione orale, ovvero a una condizione tale per cui si tende a respirare con la bocca piuttosto che con il naso, contribuendo ad un iposviluppo del terzo medio della faccia, al russamento o addirittura al rischio di apnee notturne.
La terapia con espansore rapido del palato aumenta le dimensioni della volta palatina, influenzando positivamente la corretta eruzione dei denti e determinando effetti benefici positivi sulla respirazione nasale poiché aumenta il flusso delle vie aeree del tratto naso-faringeo.
Intercettare precocemente (dall’età di 6-7 anni) questa malocclusione è fondamentale per una sua efficace risoluzione, in un momento in cui le ossa del palato sono ancora immature e la sutura mediana non è ancora ossificata. A questa età, infatti, la sutura palatina è formata da fibrocartilagine e l’azione ortopedica dell’espansore è in grado di allargarla e aumentare le dimensioni trasversali della volta palatina.
Quando il paziente raggiunge l’adolescenza (12-15 anni) questa sutura inizia ad ossificare fino alla completa ossificazione che avviene in età adulta.
Il caso in esempio presentava un palato di dimensioni estremamente ridotte e un morso crociato bilaterale. La paziente è stata trattata con due cicli di terapia mediante espansore rapido del palato incollato sui denti da latte all’età di 6 anni, per una durata complessiva di 18 mesi. Successivamente, una volta erotti tutti i denti permanenti (intorno ai 12 anni), il caso è stato finalizzato mediante terapia fissa multibrackets su entrambe le arcate, per una durata di circa 20 mesi di trattamento.
Affollamento
L’ affollamento dentale è una malocclusione caratterizzata da un ridotto spazio a disposizione per l’allineamento di tutti gli elementi dentari all’interno delle basi ossee.
L’affollamento dentale non causa solo problematiche di tipo estetico, ma può portare complicazioni gengivali, parodontali e l’aumento della suscettibilità alla carie dei denti interessati, in quanto l’affollamento li rende meno accessibili alle manovre di igiene orale. Inoltre l’asimmetria tra la grandezza delle ossa mascellari e quella dei denti, può determinare una malocclusione che oltre a compromettere la corretta masticazione può causare dolori alla schiena e mal di testa.
E’ possibile risolvere affollamenti di media entità attraverso procedure espansive delle arcate dentali; tuttavia, in presenza di affollamenti severi può essere talvolta necessario ricorrere ad estrazioni dentali, prevalentemente dei premolari.
Diastemi denti piccoli e spaziati
Il diastema è definito come il mancato contatto tra due denti adiacenti.
Ogni elemento dentario, in condizioni normali, si tocca con quello che gli è accanto attraverso un punto, detto punto di contatto. Quando per uno o più fattori si crea dello spazio tra i denti, si parla di diastema.
L’entità della spaziatura e la dimensione dei denti influenzano la scelta terapeutica.
Quando gli incisivi risultano spaziati ma hanno una dimensione e una forma corretta l’apparecchio ortodontico permette di chiudere gli spazi e garantire un’ottima estetica del sorriso.
Quando invece l’entità delle spazio è accentuata anche da una ridotta dimensione degli incisivi, sia in lunghezza che in larghezza, la sola terapia ortodontica non è in grado di garantire un’ottimale estetica del sorriso e deve essere associata a procedure conservative (ricostruzioni in composito) o protesiche (faccette in porcellana), finalizzate all’aumento della dimensione dei denti anteriori e con l’obiettivo di migliorare l’impatto estetico nel sorriso.
Diastemi denti piccoli e spaziati
Il diastema è definito come il mancato contatto tra due denti adiacenti.
Ogni elemento dentario, in condizioni normali, si tocca con quello che gli è accanto attraverso un punto, detto punto di contatto. Quando per uno o più fattori si crea dello spazio tra i denti, si parla di diastema.
L’entità della spaziatura e la dimensione dei denti influenzano la scelta terapeutica.
Quando gli incisivi risultano spaziati ma hanno una dimensione e una forma corretta l’apparecchio ortodontico permette di chiudere gli spazi e garantire un’ottima estetica del sorriso.
Quando invece l’entità delle spazio è accentuata anche da una ridotta dimensione degli incisivi, sia in lunghezza che in larghezza, la sola terapia ortodontica non è in grado di garantire un’ottimale estetica del sorriso e deve essere associata a procedure conservative (ricostruzioni in composito) o protesiche (faccette in porcellana), finalizzate all’aumento della dimensione dei denti anteriori e con l’obiettivo di migliorare l’impatto estetico nel sorriso.
Morso aperto
II morso aperto è una malocclusione sul piano verticale caratterizzata dal mancato contatto tra gli incisivi superiori e inferiori con conseguente compromissione dell’estetica del sorriso ma soprattutto della funzione masticatoria.
Le possibili cause del morso aperto sono:abitudine alla suzione,deglutizione atipica,ostruzione delle vie respiratorie che spinge a respirare sempre dalla bocca,anomalie scheletriche strutturali, anche ereditarie.
Trattare precocemente questa malocclusione e correggere tali abitudini viziate in un’età compresa tra circa 6 e 10 anni risulta di fondamentale importanza, al fine di evitare il consolidamento del morso aperto nel soggetto adulto, la cui correzione risulta spesso molto complessa da risolvere.
Morso Profondo
Il morso profondo, detto anche morso chiuso o coperto, rappresenta uno dei problemi più diffusi fra i pazienti ma spesso viene sottovalutato: talora viene considerato una semplice imperfezione estetica e quindi da ignorare o da rinviare.
Quando gli incisivi superiori sporgono troppo (oltre 2 mm.), finendo per coprire quelli dell’arcata inferiore, sussiste un’anomalia scheletrica che può determinare lo sviluppo sproporzionato di un’arcata rispetto all’altra.
La correzione del morso profondo dovrebbe essere trattata con tempestività non solo per i difetti provocati a livello estetico ma soprattutto per evitare difficoltà funzionali nella masticazione, respirazione e pronuncia . L’ avvio del trattamento durante la fase di sviluppo osseo del bambino o durante l’adolescenza potrà semplificare e accorciare i tempi del trattamento.
Morso Profondo
Il morso profondo, detto anche morso chiuso o coperto, rappresenta uno dei problemi più diffusi fra i pazienti ma spesso viene sottovalutato: talora viene considerato una semplice imperfezione estetica e quindi da ignorare o da rinviare.
Quando gli incisivi superiori sporgono troppo (oltre 2 mm.), finendo per coprire quelli dell’arcata inferiore, sussiste un’anomalia scheletrica che può determinare lo sviluppo sproporzionato di un’arcata rispetto all’altra.
La correzione del morso profondo dovrebbe essere trattata con tempestività non solo per i difetti provocati a livello estetico ma soprattutto per evitare difficoltà funzionali nella masticazione, respirazione e pronuncia . L’ avvio del trattamento durante la fase di sviluppo osseo del bambino o durante l’adolescenza potrà semplificare e accorciare i tempi del trattamento.
III classe mandibola pronunciata
La terza classe scheletrica è una discrepanza tra le basi ossee mascellari (mandibola e mascellare superiore) che non si relazionano correttamente tra di loro, essendo o la mandibola troppo in avanti o la mascella superiore troppo indietro o entrambe le cose. Naturalmente i denti non possono chiudere correttamente tra di loro e per questo si realizza una malocclusione scheletrica detta di “terza classe”.
La gravità o meno di questa condizione risiede nel patrimonio genetico del paziente, infatti vi sono casi in cui la mandibola cresce sempre di più ed altri in cui la discrepanza non evolve in maniera significativa. Anche la familiarità positiva per la stessa malocclusione indica un quadro evolutivo potenzialmente più grave.
Una delle caratteristiche più importanti nel valutare il quadro evolutivo del paziente è l’età di insorgenza della malocclusione: a che età ci siamo accorti che è presente una terza classe?
Più il paziente è piccolo (4-5anni) più il quadro è grave. Infatti quando la mandibola non cresce in maniera lineare nei primi anni di vita, per poi registrare un picco di crescita elevato in età puberale, il divario fra arcata superiore e inferiore diventa insanabile determinando un profilo a mezza luna con il mento pronunciato (alla Totò). In tale situazione il trattamento ortodontico (da iniziare in età prepuberale) non è più sufficiente e potrebbe essere necessaria la chirurgia ortognatica.